Wilbur Smith. Amos Oz. David Grossman. Luis Sepulveda. Sophie Kinsella.
Sono alcuni degli illustri personaggi che si potranno incontrare al BookCity Milano. Leggo con molto piacere che anche la mia amata rivista Marie Claire ha dedicato, sul numero di Novembre, un articolo a questa manifestazione. La chiamo così per convenzione, ma io la vedo più come un’iniziativa atta a instaurare un reciproco rapporto di fidelizzazione autore/libro/lettore; suvvia, non vediamola solo dal lato commerciale, cerchiamo più che altro di concentrarci sul feedback emozionale dei lettori più sinceri, inteso proprio come risposta schietta allo stimolo della lettura. Non guardiamo solo i nomi illustri elencati nel programma dell’evento, ma soprattutto il messaggio che vogliono comunicarci attraverso la loro presenza. Loro ci sono. E non solamente per un fatto di rappresentanza, credo. Sanno quello che anche noi sappiamo, sospettano quello che noi sospettiamo, ma non si scoraggiano: la tecnologia c’è, la si percepisce ovunque, la si respira in ogni angolo della città. Vive con noi -oh, diciamolo pure!- attraverso di noi, in un legame che è eccessivamente stretto, intimo. Che futuro spetta al mondo cartaceo? Voglio saperne di più su questo argomento, voglio delle verità, non delle previsioni rose e fiori.
Con buona probabilità, parteciperò all’incontro “La forma dei libri: nuove interfacce grafiche tra pagine e device” (si terrà al Politecnico-Campus Bovisa in via Durando), con Karen Nahum, Giovanni Peresson, Mario Piazza, Margherita Pillan, Simone Romani, fiduciosa che possano darmi dei chiarimenti circa questa “nuova estetica del libro digitale”.
Dal canto mio, voglio continuare a riempire la mia scrivania di libri, gli scrittori possono contare sul mio appoggio. Io ci sono.

Complimenti per il post! Il tuo modo di scrivere è molto coinvolgente ed interessante, un abbraccio 😍
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Grazie Alessio, sei molto gentile!
🙂
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